domenica 1 giugno 2014

Gigolò per caso (Fading Gigolo, J. Turturro, 2013)

Bel film, quest'ultimo di John Turturro, ambientato in una New York off the road, suggestivamente fotografata in stile Seventies dall'italiano Marco Pontecorvo. Bongo (Woody Allen) e Virgilio (nom de plume del riservato Fioravante-Turturro) si mettono in affari nel settore dei "servizi per signore", ma alcuni "imprevisti" ne intralciano i piani... All'inizio del suo Massa e Potere (1960), Elias Canetti scriveva che: «tutte le distanze che gli uomini hanno creato intorno a sé sono dettate dal timore di essere toccati». Le distanze sociali sono varie: tra uomini e donne (e tra donne e donne), tra adulti e bambini, tra neri e bianchi, tra adepti di religioni diverse. E' curioso come tutte queste distanze vengano chiamate in causa, scomposte come la luce da un prisma, in questo piccolo film, solo a prima vista intimista, che - in effetti - presenta più d'uno spunto sociologico. Tuttavia, in parte come conseguenza, appunto, del "toccare" sensuale, da parte di Virgilio, alcune distanze sembrano quasi collassare, ridursi, mutare forma. E non mancano le sorprese. Ottimi gli attori: la Paradis, che ha abbandonato da tempo (e si vede) il tassista Joe, e Turturro su tutti (un po' meno la Stone, nonostante la parte le stia a pennello: saranno le acconciature?). Bella da svenire la Vergara, la quale - come dice Allen nel film - ha un corpo che sembra sfidare le leggi della fisica. Degno di nota, il fatto che il film, nonostante l'argomento, non scada mai nel volgare; anzi, ricorra spesso ad ellissi d'altri tempi. Un po' tirato via in qualche momento, ma un bel film, che merita più d'un solo spettatore pagante in sala (sic!). PS. Atroce la traduzione del titolo originale. (4/5)

Gigolò per caso (trailer)

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